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1. Il commento di Saverio Bellomo all'Inferno di Dante e al Purgatorio, completato da Stefano Carrai , dopo l'immatura e dolorosa scomparsa di Bellomo, è un commento eccezionale, in particolare per quanto riguarda l'aspetto intertestuale e per le introduzioni e le note conclusive. Tiziano Zanato , ricordando sia Bellomo sia Carrai , svolge una "lectio magistralis" , con una conoscenza profonda della letteratura latina e dei commentatori contemporanei e posteriori di Dante. Bellissimo è il rapporto l'Ibis di Ovidio ( opera poco conosciuta) , con Plinio il Vecchio e soprattutto con Lucrezio, il cui De rerum natura non fu amato nella latinità ( a cominciare da Cicerone, che ne apprezzava l'arte , ma non il contenuto , cioè la negazione degli dei e della politica)) e poco anche nel medioevo per il suo epicureismo che negava la trascendenza el'immortalità dell'anima ( Dante Canto X). Sovviene l'interrogativo di Zygmunt G. Baranski (Dante e i segni,Saggio per una storia intellettuale di Dante Alighieri) , il qual si pone il problema degli studi reali e delle conoscenze dantesche. Certo Dante poteva fruire, se non dei libri ( assai costosi: non era ancora stata scoperta la stampa) di centoni, florilegi etc, tanto cari e usati nel medioevo , cosicché la Divina Commedia risulta un capolavoro di compilazione poetica di citazioni, che il lettore attuale non avverte. Questo vale anche per autori moderni ( Foscolo e Leopardi)., come ha mostrato Di Benedetto e La Penna. Complimenti a Tiziano Zanato e grazie per la splendida lezione.